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INSIDE: il retroscena dell’industria musicale – Il Manifesto

“La mercificazione della musica nei giorni nostri porta alla distruzione dell’estro creativo dell’artista per omologarsi al marketing dell’industria discografica, strettamente correlato alla nostra società”

Questo secolo viene spesso recriminato come il secolo della perdita di autonomia della musica rispetto ai mass media, e quindi al profitto: ma non è così. Nel contesto della produzione dell’industria musicale non si discute della perdita d’indipendenza che l’arte non ha oggettivamente mai avuto, ma di una totale perdita del valore artistico fagocitato dalla sua mercificazione. I mass media riescono a costruire la domanda ancora prima dell’offerta, tramite la diffusione strategica di messaggi, pubblicità, brand: in una sola parola hype.

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La fruizione della musica è diventata estremamente semplice, e innegabilmente porta ad un consumo smodato e disinteressato da parte dell’ascoltatore. L’ascolto della musica di massa ha estromesso la concentrazione e il lavoro critico su un brano musicale, che risultano superflui, perché il prodotto artistico offerto è caratterizzato da una grande standardizzazione. L’industria musicale è un sistema gerarchico verticistico come tutti gli altri, e non si limita quindi a produrre e distribuire artisti: il suo compito è quello di togliere la soggettività all’ascoltatore e renderlo oggetto.

Se avete la sensazione che la musica sia tutta uguale avete ragione, questo avviene perché viene edulcorata. La musica di questi tempi è una materia grezza caratterizzata da pochi e banali elementi, strategicamente configurati per generare la hit di successo, puntualmente apprezzata acriticamente dalla massa. Possiamo affondare le basi teoriche nel pensiero di Marx, in quello che definiva reificazione, cioé l’esclusione dell’individuo dal sistema di produzione musicale. Quindi il successo massimo dell’industria musicale è quello di reificare l’ascoltatore.

INSIDE vuole indagare su quali sono le strategie che vengono utilizzate nell’industria musicale, e vuole far riacquistare all’ascoltatore il ruolo di soggetto e non più di oggetto. Il compito di chi scrive di musica è soprattutto quello di risvegliare le coscienze degli ascoltatori, svegliarli dal torpore di un’accettazione passiva della musica, che rappresenta come ultima analisi la realtà sociale che li circonda, ma che non viene percepita a causa dell’accettazione inconscia del regresso.

INSIDE vuole osservare e ascoltare la musica e gli artisti dall’interno, decostruendo tutto l’hype che fa da cornice alla musica, così che l’ascoltatore potrà capire da solo se la musica che ama è composta anche da talento.

Di Silvia Treccarichi

*Economics and Communication for Management and Innovation
*Music addicted, sometimes writer

Instagram: @silviatrec
Email: silviatrec@gmail.com

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