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Turemost e il realismo magico di Torre Archirafi

Originario di Torre Archirafi, i suoi brani riescono a condurci nel magico scenario che è la sua città, tenendoci costantemente per mano e mostrandoci passo passo vicoli, spiagge e “vanedde”.

In queste strade sai rivedo me da piccolo

E giuro non ricordo come ho preso questo vicolo

Sono il mio nemico, si ma sono anche il mio idolo

Mentre scrivo solo un altro pezzo senza titolo

Camurrìa, Ture Most 

È proprio il “realismo magico” a caratterizzare i suoi brani e le sue melodie. “Tequila e Vavalaggi” mostra le strade di Torre “Ndo pico du manzionnu”, i paesaggi di un piccolo borgo di mare, l’odore di “mulingiani” fritti, i panni stesi sopra le vie e la genuinità delle piccole realtà che colorano la nostra amata Sicilia. Possiamo percepire la brezza marina grazie all’immagine dei “vavalaggi” che scivolano tra le mani, mentre la Tequila, al tempo stesso, richiama l’ebrezza delle notti d’estate passate con gli amici. “Renault 5” , invece, è pieno di sentimento, cresce la voglia di osservare il mondo con occhi nuovi, senza fretta e con persone che amiamo. L’uso del dialetto diventa il mezzo di espressione principale, e rimangono interessanti le analogie tra immagini di vita quotidiana e sentimentalismo, quando il mondo visto con occhi nuovi, gli occhi di chi sa apprezzare ciò che ha e chi gli sta accanto, appare piccolo e insignificante.

In Galatine, il beat di @rmostbeats e @valeriobrunetto risulta tranquillo e orecchiabile; immancabili, come sempre, sono le immagini emblematiche della sua zona come il “ciaru” di caponata o il manifesto del Mago Giusa che arde sotto il sole estivo.⠀

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Insomma Ture Most, rappresenta perfettamente il concetto di “Made in Sicily”. I luoghi prendono letteralmente vita sopra le note delle sue strofe che trasmettono continuamente emozioni e sentimenti. Speriamo riesca a esportare il nostro marchio in tutta l’Italia e, chissà, magari anche all’estero. Fino a quel momento, noi continueremo a goderci i suoi brani e i suoi live.

Articolo a cura di Marco Stracqualursi

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