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Interviste

Be a Bear: orso elettro-pop

In una delle mie playlist in cui mi perdo mi sono imbattuto in una canzone che ho aggiunto senza farci troppo caso. Qualche giorno fa mi sono accorto che era una canzone con qualche migliaio di ascolti e che l’artista era italiano.. wow!

Ho pensato di aver fatto una grande scoperta. 

Ma chi è Be a Bear che è entrato per puro caso nelle mie canzoni più intime? Così ho deciso di contattarlo per farci una chiacchierata, da cui è uscita l’intervista.

Nella musica di Be a Bear c’è qualcosa di magico, ascoltala e te ne renderai conto. E’ come se staccasse un pezzettino di universo e lo riproponesse nei suoi pezzi.

Magazindie nasce anche per questo. Dare spazio ad artisti che meritano di essere ascoltati. Ci siamo fatti una chiacchierata ed è stato come riconoscersi in mezzo alla folla.

Presentati ai nostri lettori: chi sei, come ti piace vivere la tua vita?

Ciao, sono Be a Bear, un orso a cui piace vivere nei boschi, essere selvaggio e suonare la musica! A parte gli scherzi, mi chiamo Filippo e invece il mio strano progetto musicale Be a Bear. Faccio una sorta di electro-pop con sfumature ‘80 tutta composta solo con l’utilizzo del mio iPhone. Cerco di vivere la mia vita provando ad essere più animale e meno essere umano, tirando fuori la parte più selvaggia, quella che di solito tengo più nascosta.

L'elettropop di Be a Bear, l'artista italiano che compone musica ...

Come nasce la tua musica? 

Nasce semplicemente facendomi trasportare dalle emozioni, da quello che mi passa in quel preciso momento. È quasi magia. Non c’è nulla di studiato a tavolino. Molto viene dalle esperienze fatte, dai viaggi, dalle scoperte e dalle relazioni…quelle importanti.

Il tuo amore per il mondo e la tua creatività quando e come si sono risvegliate?

La risposta è facile, esattamente dopo due viaggi bellissimi, dove ho imparato tanto e che mi hanno cambiato la vita: India e Canada. Due realtà estremamente diverse ma accomunate entrambe dalla forte spiritualità e dalla semplicità!

Raccontaci della scelta del nome e il tuo periodo con i Mohawk.

L’idea dell’orso e del nome Be a Bear prende spunto da un viaggio fatto in Canada, a nord -ovest di Toronto, dove ho avuto la fortuna di conoscere da vicino la cultura dei nativi americani. Ero ospite di una signora che apparteneva alla tribù dei Mohawk. L’orso è un animale sacro e simbolo di tutte le tribù e quindi ho scelto di usarlo come nome per il mio progetto. Ho imparato tanto anche perché da noi (e forse pure dagli “altri”) quasi non se ne parla, nessuno sa nulla, si conosce solo “Toro Seduto”! C’è un modo di relazionarsi diverso, un approccio alla vita molto lontano dal nostro e una spiritualità fortissima.

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I Mohawk sono un popolo di nativi americani del Nord America

Cosa ti ispira?

Vivere davvero la vita.

Registri tutta la tua musica da cellulare ma hai studiato come fare musica?

Ho un passato da chitarrista, in una ska-punk band, con cui, per 15 anni ho girato tutta l’Italia, riscuotendo un discreto successo. È questa la esperienza che più mi ha insegnato a livello musicale…ho sempre studiato poco la musica. Dico sempre che non sono un “bravissimo” musicista ma il mio punto di forza sono le idee…che non mancano mai!

Puoi svelarci cosa hai in programma?

Mmmmm…ok, un disco molto interessante di remix di miei pezzi fatti da vari dj e producer!

Se ti ha incuriosito il personaggio ecco un video da dove potresti cominciare

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